La polpa del legno è la materia prima usata per il processo di produzione per gli imballaggi in cellulosa, anche noti come imballaggi in polpa di cellulosa. Si tratta di una soluzione ecologica, che consente di avere un minore impatto ambientale, e di ridurre allo stesso tempo l’uso delle risorse necessarie al processo produttivo. Proprio per questo motivo, gli imballi in polpa di legno sono molto apprezzati in ambito industriale e molto utilizzati dalle aziende sensibili alla salvaguardia del pianeta e alla soddisfazione di clienti sempre più attenti a questo genere di tematiche.
Gli imballi in polpa di legno
La polpa di legno è impiegata principalmente per la produzione di piatti, contenitori e alcuni tipi di bicchieri, indicata per il forno a microonde e talvolta anche per il forno tradizionale. Infatti, le principali applicazioni della pasta di legno sono proprio la produzione di carta e cartoncino.
Tuttavia, è anche estremamente diffusa come materiale da imballaggio, soprattutto per il settore alimentare e per settori quali gastronomie e rosticcerie, tavole calde e pizzerie al taglio. Per assicurarsi l’efficacia dell’imballaggio, un occhio di riguardo va sempre ad alcuni parametri fondamentali quali la resa del legno, la brillantezza, la viscosità, gli estrattivi, la quantità di sporco e la resistenza.
Le proprietà
La polpa è un materiale fibroso lignocellulosico ottenuto separando tramite processi chimici o meccanici le fibre di cellulosa dal legno, dai raccolti di fibre, dalla carta straccia o dagli stracci di tessuto. Unita a acqua e altri additivi chimici o vegetali, si configura come la principale materia prima utilizzata nella fabbricazione della carta e nella produzione industriale di altri prodotti a base di carta.
Quando si parla di materiali ecologici, la polpa di legno è spesso usata come metro di paragone per misurare fattori di compostaggio e biodegradabilità, ed è uno tra i più antichi additivi impiegati nei materiali polimerici. In teoria, qualsiasi albero può essere utilizzato per la produzione di pasta di legno, tuttavia le conifere sono le piante ideali, poiché le fibre di cellulosa nella polpa di queste specie sono più lunghe e quindi in grado di rendere il prodotto più resistente.
Alcuni degli alberi di conifere più comunemente usati per la fabbricazione della carta sono l’abete rosso, il pino, larice e tsuga e legni duri come eucalipto, pioppo e betulla. La polpa si ottiene mediante vari processi, dal tronco di legno o dai chip, ovvero pezzetti di legno ricavati dai sottoprodotti nella lavorazione del legname; se si lavorano tronchi interi, questi, dopo essere stati scortecciati, vengono spaccati o macinati. Si lavora in continuazione per migliorare i processi di estrazione per rendere gli imballi sempre più eco-compatibili ed eco-consapevoli.
Perché sono così scelti
La sostenibilità dell’usa e getta viene spesso travisata e trascurata, al punto che spesso in pochi considerano le conseguenze che alcuni materiali possono avere non solo a livello ambientale, ma anche sulla salute; i prodotti e gli imballaggi in polpa risolvono questi problemi e ci consentono di usarli senza timori e rimorsi, grazie al fatto che sono idonei al contatto con qualunque tipo di merce (anche alimentare) secondo le normative europee.
Premesso che una delle piante da cui più frequentemente si ricava la polpa di legno è il bamboo, la polpa di legno viene scelta con tale frequenza anche per la versatilità di questo materiale: il bamboo è infatti leggero, piacevole al tatto, e la sua fibra è “viva” e atossica, biodegradabile ed ecocompatibile.
Dal punto di vista ambientale, poi, il ciclo di vita del bamboo non è soggetto a sfruttamento intensivo, motivo per cui è disponibile e benefico anche per l’ecosistema forestale. Inoltre, se consideriamo il fattore puramente estetico, i packaging in polpa di legno sono molto comodi e stilosi, pratici e resistenti, oltre che studiati spesso appositamente per i settori in cui sono più richiesti (alimentare e gastronomico).