È capitato a tutti almeno una volta di non sapere come differenziare un rifiuto, inevitabilmente si finisce per riciclarlo nel modo sbagliato causando un’ulteriore danno all’ambiente. Ma finalmente a partire da gennaio del nuovo anno il ministero della transizione ecologica ha emesso delle nuove linee guida per imprese e consumatori che riguardano l’inserimento e l’uttilizzo di una nuova etichettatura ambientale sugli imballaggi.
Le nuove linee guida prevedono l’obbligo di indicare sugli imballaggi il tipo di materiale, indicazioni su come differenziarlo ed un codice alfanumerico per identificare con precisione inequivocabile i materiali uttilizzati per produrlo.
Vi sono regolamentazioni leggermente differenti per produttori B2B e B2C, ma in linea di massima l’obbiettivo è quello di rendere la raccolta differenziata il più efficace possibile.
Cosa comporta la nuova normativa per il produttore?
I produttori di imballaggi sono sicuramente tra le categorie più colpite dalla nuova normativa, alcune delle linee guida dettate dal CONAI (con il quale in CNA collabora) sono infatti obbligatorie e vincolanti, i produttori più virtuosi potranno però avvalersi di linee guida “volontarie” che prevedono l’indicazione di informazioni non obbligatorie che si possono sfruttare come indicatore di maggiore attenzione all’ambiente del proprio brand.
Sono altresì previste sanzioni per quei produttori che non rispettano le linee guida dell’ art. 261 del D. Lgs. 152/06 con cifre che partono da cinquemila euro ed arrivano fino a quarantamila euro. Questo tipo di sanzioni amministrative sono applicabili non solo ai produttori ma anche a commercianti e distributori di materiali privi della nomenclatura aggiornata. Qualora non si possa assolvere agli obblighi segnalando le informazioni direttamente sull’ imballaggio la normativa prevede che si possano utilizzare QR code, applicazioni, e link internet per segnalare online tutto ciò che il consumatore deve sapere su quel materiale; è anche possibile usare queste risorse digitali per approfondire e integrare ciò che è già stato segnalato sull’imballaggio. Qualora si voglia procedere con l’applicazione dell’ “etichetta digitale” sul prodotto le informazioni essenziali che non devono mancare sono: Indicazioni di riciclo e smaltimento, descrizione del prodotto e del materiale di imballaggio, ingredienti, valori nutrizionali, link al negozio online, eventuali approfondimenti sulla pagina internet dell’ azienda. Un utile consiglio per i produttori potrebbe essere quello di rivolgersi direttamente alla sede CNA del proprio territorio, così da ottenere informazioni certe e dettagliate sulle norme da applicare anche in base al proprio buisness. L’attenzione al corretto riciclo e smaltimento potrebbe diventare uno dei tratti distintivi del marchio se si progetta l’etichetta con attenzione. Non tutti gli obblighi vengono per nuocere quindi, studiate con attenzione design, forma e materiali della vostra etichetta, approfondite la questione smaltimento e riciclaggio ed avrete un immagine pubblica nettamente migliorata! Un’ottima idea potrebbe anche essere quella di utilizzare i social come veicolo di divulgazione e sensibilizzazione, dall’assoluzione ad un obbligo normativo nascerà così un marchio rinnovato, più al passo con i tempi e sicuramente più attraente per quella fascia di pubblico sempre più ampia che ha a cuore certi temi.
Qual è la normativa UE e cosa comporta per il consumatore?
In realtà il consumatore sarà coinvolto solamente in parte da questa normativa. Egli vive infatti soltanto gli ultimi stadi di vita dei materiali di cui abbiamo parlato: l’utilizzo del prodotto ed il conferimento dei rifiuti nella raccolta differenziata. Se i produttori applicano le etichette aggiornate con la nuova normativa facendo un gran lavoro di studio e ricerca per essere più precisi possibili, al consumatore è affidato il delicato compito di recepire correttamente le informazioni sull’etichetta e di effettuare una raccolta differenziata di qualità. Potrà sembrare un cambiamento banale e ininfluente, ma in realtà con questa nuova normativa si carica di importanza l’atteggiameto del consumatore al quale viene richiesta implicitamente maggiore attenzione e consapevolezza. Con il passare del tempo i governi sperano in questo modo di creare un circolo di atteggiamenti virtuosi che vadano ben oltre ad obblighi e linee guida dettate dall’alto, un consumatore consapevole e ben informato è infatti il punto di partenza per una rivoluzione davvero efficace.
La direttiva dell’ Unione Europea (UE) 2018/851 che noi in Italia abbiamo recepito col Dlgs. 116|2020 che ha modificato il Dlgs. 156|2006 è inquadrata in una serie di riforme e cambiamenti all’interno dell’Unione che coinvolgono molti aspetti della sostenibilità ambientale e della crescita delle tecnologie green, anche se sul recepimento della normativa sull’etichettatura ambientale mancano all’appello diversi stati membri tra i quali Belgio, Grecia, Spagna, Finlandia, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Polonia, Romania, Malta e Croazia l’obbiettivo è quello di coinvolgere tutte le nazioni in un cambiamento progressivo nell’ ottica di uno sviluppo sostenibile a lungo termine.