Le diverse tipologie di imballaggio rispondono alle esigenze particolari delle imprese. Si tratta di soluzioni che sono state progettate per ridurre al minimo i danneggiamenti e la possibilità di urti a carico dei contenuti, mantenerli in ordine e permettere anche un’apertura semplice e rapida.
In particolare quando si tratta di prodotti destinati a settori con richieste specifiche si preferiscono determinate configurazioni di packaging rispetto ad altre.
Dove si usano gli imballaggi a croce
Tra le varie tipologie di imballaggio una delle più diffuse e utilizzate è quella a croce. Si tratta semplicemente di una metodologia per la chiusura delle scatole in cartone o in alcuni casi in policarbonato e materiali plastici avanzati che permette di accedere direttamente al carico senza bisogno di danneggiare l’imballaggio.
L’apertura a croce, infatti, consente di aprire e richiudere più volte il contenitore sfruttando le alette pieghevoli a incastro, che possono essere dotate di tagli realizzati con sfridi minimi e che garantiscono stabilità e tenuta.
Le applicazioni di solito sono relative ai settori in cui è necessaria l’accesso a vista al contenuto dell’imballaggio, a esempio per componenti meccaniche e per oggetti di medie dimensioni, oppure quando il packaging è destinato anche a svolgere funzioni di supporto per lo stoccaggio.
A differenza dei comuni scatoloni con l’apertura a falde, infatti, gli imballaggi a croce possono essere utilizzati anche per immobilizzare gli oggetti contenuti al loro interno, sfruttando i prolungamenti delle falde.
L’accesso solitamente è dall’alto è in molti casi all’interno dell’imballaggio sono presenti ammortizzatori in schiuma poliuretanica, polistirolo espanso oppure cartone sagomato, che offrono il vantaggio di poter integrare i bloccaggi.
Come sono fatti gli imballaggi a croce
Scendendo nel dettaglio tecnico, questo tipo di imballaggio si è progressivamente diffuso nel tempo e sta riscuotendo un notevole successo per via del fatto che può essere realizzato a partire da un singolo foglio di cartone, senza bisogno di giunture metalliche, ma solo con piegature flessibili realizzate con una calandra.
Oltre a essere un costo in fase di produzione, gli inserti in nastro e punto metallico rappresentano anche un problema per lo smaltimento, la separazione e in alcuni casi per la gestione con sistemi automatici, perché costituiscono una fonte di disturbo per molti sensori, in particolare per quelli magnetici.
L’assenza di graffatura facilita anche la gestione a rullo e nastro di trasporto, perché sottopone il sistema a meno usura nel tempo e sui grandi volumi e richiede meno overhead.
Questo tipo di imballaggio, in molti casi consente di costruire un singolo scatolone a partire da un solo foglio di cartone di spessore opportuno, riducendo il tempo macchina e di ricostruzione in ditta.
Bisogna considerare che nelle aziende gli imballaggi vengono portati chiusi e impacchettati e quindi è sempre preferibile una procedura standard minima, rispetto a doversi ogni volta attrezzare.
Meno sprechi e più efficienza
La facilità di ottimizzazione dell’interno degli imballaggi a croce con la semplicità di costruzione, spesso ricavati utilizzando direttamente gli sfridi dei setti, lo hanno reso anche un tipo di packaging molto apprezzato, perché più sostenibile rispetto ad altre soluzioni tradizionali.
La gestione a macchina del caricamento degli imballaggi a croce, rispetto a quelli con punti metallici e nastro telato risulta essere notevolmente semplificata, perché su grandi numeri si utilizzano spesso i robot.
La scrittura di un programma che non richieda cambiamenti di testine, ma soltanto l’ottimizzazione dei passi meccanici singoli, è sicuramente da preferirsi rispetto alla continua necessità di interventi da parte di incaricati umani oppure di macchine più complesse a più step.
Come per qualsiasi altro tipo di imballaggio in cartone, inoltre, la ricerca sulla migliore configurazione dal punto di vista della resistenza meccanica ha portato a sviluppare soluzioni di altissimo livello, che garantiscono stabilità e capacità di sopportazione per pesi considerevoli, con uno stress laterale ridotto.
Basta considerare il fatto che uno scatolone tradizionale, di solito, ha per motivi costruttivi il fondo e la parte superiore realizzati con una chiusura incrociata con le alette che devono essere fissate con nastro o con graffette.
Negli imballaggi a croce il bloccaggio avviene soltanto sul lato superiore ed eventualmente sui bordi ed è proprio questo meccanismo che permette di avere una maggiore resistenza laterale.
I prolungamenti delle singole ali e dei montanti possono essere interlacciati tra loro all’interno, ottenendo così un livello doppio di spessore, che sopporta meglio gli urti laterali, ma soprattutto una maggiore resistenza allo stress verticale, perché la base di appoggio è maggiore e garantisce un’impilabilità superiore.