Gli imballaggi compostabili sono la soluzione più efficace per sostituire la plastica usa e getta svolgendo con uguale efficienza la stessa funzione di confezionamento e conservazione. Questi imballaggi si degradano facilmente e in breve tempo, riducendo l’impatto ambientale e gli sprechi, poiché non causano l’accumulo di spazzatura. I requisiti affinché un imballaggio possa essere deferito al compostaggio industriale sono raggruppati nella cosiddetta “norma tecnica UNI EN 13432”, una norma volontaria e concordata a livello europeo che definisce lo standard che un imballaggio deve rispettare per ottenere la certificazione in bioplastica, carta, cellulosa, o combinazione di questi materiali.
L’importanza degli imballaggi compostabili
La compostabilità dei materiali da imballaggio agevola notevolmente la gestione del fine vita dell’imballaggio stesso, rendendolo compatibile con le vie di smaltimento dei rifiuti organici: la compostabilità del packaging ne rende possibile il riciclo che altrimenti non potrebbe avvenire. Gli imballaggi compostabili e riciclabili sono confezionamenti che garantiscono sicurezza e qualità e rispondono alle esigenze di un mercato moderno che ha come obiettivi la sostenibilità e l’economia circolare, puntando a ridurre il più possibile l’uso di materiali non riciclabili e a consapevolizzare i consumatori delle conseguenze delle loro abitudini sulla salute ambientale e individuale.
Quella del packaging compostabile costituisce una vera e propria svolta green nel settore della produzione, permettendo la sostituzione definitiva di imballaggi costituiti da materiali difficilmente riutilizzabili e con effetti potenzialmente ecotossici. Inoltre, un materiale compostabile, in seguito alla sua degradazione, si trasforma in un accumulo di materie organiche (compost) che assumono proprietà e aspetto simili al terriccio, generalmente utilizzato per la concimazione o per il rinvaso di piante e fiori: la ricchezza in elementi organici del compost è, dunque, anche in grado di migliorare la salute e la struttura del suolo e la sua disponibilità di elementi nutritivi.
Le normative e le linee guida
La norma tecnica UNI EN13432 è una norma armonizzata dal Comitato europeo con l’obiettivo di specificare le caratteristiche che un materiale deve possedere per poter essere classificato biodegradabile o compostabile, ovvero non tossico se decomposto e disperso in natura. Il titolo ufficiale di tale norma parla da sé: “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”, un insieme di linee guida per fare chiarezza sui concetti di biodegradazione, compostabilità, materiali biodegradabili e compostabili.
Le caratteristiche che un imballaggio deve avere per poter essere certificato “compostabile” sono: la capacità di degradarsi almeno del 90% in 6 mesi se inserito in un ambiente ad alta concentrazione di anidride carbonica; se a contatto con materiali organici per un periodo di 3 mesi, il materiale deve possedere una massa costituita almeno per il 90% da frammenti di dimensioni inferiori a 2 mm; il materiale di imballaggio non deve avere effetti negativi sul processo di compostaggio e deve contenere una bassa concentrazione dei metalli pesanti; i valori di pH, contenuto salino, solidi volatili, fosforo, azoto, magnesio e potassio devono rientrare entro i limiti stabiliti. La normativa contribuisce a dissipare i dubbi sulla differenza tra imballaggio compostabile e biodegradabile: un materiale compostabile, infatti, può essere anche biodegradabile, mentre non è valido il contrario poiché un materiale biodegradabile non è sempre compostabile.
Da cosa si distingue un imballaggio compostabile
Un imballaggio compostabile è costituito da materiali che tornino nel ciclo naturale degli elementi in tempi brevi, disintegrandosi in meno di 3 mesi in ambiente controllato e perdendo visibilità. Nello specifico, un imballaggio è compostabile quando le sue componenti di base sono biodegradabili e disintegrabili, e il composto risultante dalla sua disintegrazione è libero da sostanze ad azione eco-tossica, caratteristiche che minimizzano le probabilità di una trasformazione dell’imballaggio in rifiuto. Gli imballaggi compostabili più diffusi sono quelli realizzati in bioplastica, ovvero un materiale ottenuto dalla lavorazione di materie prime organiche.