Questione al centro di dibattiti e iniziative di giorno in giorno più significativi a livello globale, il tema della tutela dell’ambiente sta acquisendo un ruolo centrale in vari settori, tra cui anche quelli dell’imballaggio e del packaging sostenibile. Le aziende, infatti, sono ormai chiamate a rispondere alle esigenze di consumatori esigenti, informati e attenti alla riduzione dell’impatto ambientale, e si impegnano a soddisfare le loro richieste attraverso la produzione e messa a disposizione di packaging green: costituiti da materiali compostabili e biodegradabili, imballaggi e packaging flessibili e sostenibili costituiscono un piccolo grande passo verso un futuro migliore per il pianeta e per l’umanità.
Imballaggi flessibili: cosa sono?
Gli imballaggi flessibili sono i più leggeri e semplici da maneggiare e trasportare in quanto costituiti da materiali non rigidi e facilmente personalizzabili. Questo tipo di imballaggio è sostenibile per sua natura; infatti, essendo molto leggero, è necessaria una minor quantità di risorse ed energia per realizzarlo rispetto ad un imballaggio tradizionale, dunque minori saranno le emissioni di gas serra coinvolte nella produzione, e minori saranno il suo peso e volume in fase di trasporto, stoccaggio e smaltimento.
Questi tipi di imballaggi sostenibili sono realizzati a partire dalla trasformazione dei cosiddetti “film plastici”, materiali sottili che una volta riempiti del prodotto da confezionare e chiusi, assumono una forma flessibile e modellabile a seconda delle esigenze. Costituiti a partire dall’accoppiamento di più materiali diversi, come cellulosa, plastica, carta, film di alluminio, oppure da un monomateriale, gli imballaggi flessibili sono caratterizzati da una duttilità tale da renderli adatti ad avvolgere e conservare vari tipi di oggetti o alimenti. Sono diffusi sul mercato sotto forma di vaschette sottili, buste, pellicole, cheerpack con chiusura (brik monodose), tutti richiudibili, garantendo così la possibilità di utilizzare la confezione fino alla fine del consumo del prodotto.
Gli imballaggi flessibili in alluminio
Gli imballaggi flessibili in alluminio sono utilizzati soprattutto nel settore alimentare, in quanto caratterizzati dalla capacità di preservare l’aroma, il gusto e la freschezza del cibo per un lungo periodo di tempo. Inoltre, l’alluminio non solo è in grado di proteggere gli alimenti da luce, ossigeno, umidità e microorganismi potenzialmente dannosi, ma può anche essere modellato e personalizzato con facilità, risultando particolarmente comodo per il consumatore. L’imballaggio in alluminio è garanzia di un rapporto efficiente tra quantità e funzionalità: allunga la shelf life del prodotto garantendone una lunga conservazione, protegge l’alimento anche dopo l’apertura e il consumo di una porzione, consente di suddividere il contenuto in più parti assicurando, così, una riduzione notevole degli sprechi alimentari. Il vantaggio per il cliente e per l’azienda è tanto economico quanto ambientale.
I settori dove vengono utilizzati
Gli imballaggi flessibili, grazie alla loro versatilità e duttilità, vengono utilizzati in svariati settori produttivi. L’area alimentare è il principale mercato di sbocco per questo tipo di confezioni, ma tra gli altri settori che, soprattutto negli ultimi anni, si sono convertiti all’utilizzo di imballaggi sostenibili figurano quello farmaceutico e cosmetico e quello della detergenza domestica. Relativamente ai prodotti della detergenza domestica e della cura della persona, sono sempre più diffuse e utilizzate le ricariche in sostituzione ai flaconi di plastica, in quanto molto più leggere, flessibili ed economiche. Un’altra rivoluzione connessa agli imballaggi flessibili nell’area non food riguarda le confezioni monodose: stanno prendendo sempre più piede le bustine realizzate in materiale flessibile tipiche dei tester in ambito cosmetico o dei medicinali in granuli o crema. Tutte queste sono soluzioni eco-friendly, a basso impatto ambientale, facilmente chiudibili e saldabili, che garantiscono una conservazione soddisfacente e “salvaspazio” di svariati tipi di contenuto e, in particolare, una transizione verso un modello di economia sempre più circolare.