Secondo le ricerche, il settore degli imballaggi in plastica, sia rigidi che flessibili, ha registrato nel 2019 una crescita del 3%. In crescita anche l’utilizzo di bioplastiche e plastiche da riciclo, come sostituti delle plastiche vergini.
Se usati con intelligenza e smaltiti correttamente, gli imballaggi plastici possono anche essere inaspettatamente considerati amici dell’ambiente. Secondo un calcolo della GVM, qualora gli imballaggi in plastica (ad esempio pellicole, vasetti, taniche, bottiglie, ecc.) venissero sostituiti con imballaggi alternativi in carta, cartone, vetro o alluminio, si avrebbe un risultato tutt’altro che ecologico.
Il peso degli imballaggi sarebbe di ben quattro volte superiore, occupando anche più spazio sui camion adibiti al trasporto. Il maggior numero di camion corrisponde ad un maggior consumo di carburante e maggiori emissioni nell’aria. Ma non solo: l’energia consumata per la loro realizzazione e il costo di produzione raddoppierebbero.
Tipologie di imballaggi in plastica
Gli imballaggi in plastica possono essere raggruppati in tre categorie principali: flessibili, rigidi e accessori.
– Per imballaggi flessibili si intendono ad esempio film, buste e sacchi.
– Gli imballaggi rigidi sono bottiglie, pallet e fusti. Si tratta in particolare di contenitori soffiati o termoformati. Nel primo caso rientrano le bottiglie e i flaconi per i detersivi. Nel secondo, troviamo le vaschette per gelati, carne e pesce.
– Infine, fanno parte degli accessori tappi, adesivi, chips e reggette.
I polimeri più diffusi
Le materie plastiche, anche chiamate materiali polimerici o polimeri, sono alla base degli imballaggi in plastica. I più diffusi in questo campo sono:
– PET O PETE. Il polietilene tereftalato, abbreviato PET, è una resina termoplastica, principalmente usata per la produzione di bottiglie per bevande e vaschette per alimenti. Tutto ciò grazie alla sua trasparenza e resistenza. Il PET può essere impiegato anche come film estensibili e quindi usato per l’imballaggio nel mondo della logistica. Utilizzato per l’elevata velocità di stampaggio, tra le principali applicazioni troviamo anche: tubi, blister ed etichette.
– LDPE e HDPE. Il polietilene (PE) è tra le materie plastiche più comuni ed è alla base di due tipi di polimeri usati per l’imballaggio: LDPE e HDPE. Il primo tipo, il polietilene a bassa densità, si distingue dal secondo poiché molto più leggero e adatto alla produzione di imballaggi molto sottili, come i sacchetti e le pellicole per alimenti. L’LDPE è anche uno dei componenti dei contenitori in tetrapak. È sensibile al calore ma molto resistente agli agenti chimici.
L’HDPE (polietilene ad alta densità) è invece molto più resistente. Viene quindi impiegato negli imballaggi rigidi, che proteggono da urti e dalla luce diretta, ad esempio per contenitori e barattoli, ma anche per il pluriball (il multibolle).
– PVC. Essendo estremamente versatile, il PVC (cloruro di polivinile) è uno dei polimeri più utilizzati al mondo. Sono in PVC il nastro adesivo, i teloni di copertura degli automezzi, i tubi per l’edilizia (es. grondaie), i pavimenti vinilici, i dischi e vari tipi di pellicole. È molto sensibile al calore e alla luce e facilmente infiammabile.
– PP. Anche il polipropilene è usato per gli imballaggi sia rigidi che flessibili: dai barattoli ai film per l’imballaggio. È resistente alle temperature ed è infatti impiegato per i contenitori isotermici alimentari o medici. Anche le reggette degli imballaggi sono realizzate in polipropilene.
– PS. Il polistirene viene usato sia per gli imballaggi (es. scotch) ma anche per le stoviglie monouso.
Il polistirene espanso, anche chiamato polistirolo, viene più diffusamente usato come imballo protettivo nella stragrande maggioranza dei prodotti acquistati online. Sono in polistirolo sia le lastre che le chips usate per riempire gli spazi nei pacchi.
Settori d’impiego
Le materie plastiche vengono largamente usate nel settore degli imballaggi per la loro versatilità e per i loro molteplici vantaggi: rende gli imballaggi allo stesso tempo flessibili e resistenti, ma anche leggeri e facilmente sterilizzabili. Per queste loro caratteristiche possono essere utilizzate per svariati prodotti e settori.
Gli imballaggi in plastica sono ideali per gli alimenti, in quanto non hanno effetti sulla qualità o sul gusto. Anzi, conservano il cibo ed eliminano il rischio di contaminazioni. Vengono infatti utilizzati per il confezionamento di carne, salse, gelato, frutta e verdura. Si tratta inoltre di confezioni molto leggere e poco ingombranti.
Da non sottovalutare, soprattutto in questo periodo, la capacità degli imballaggi plastici di proteggere gli alimenti dalle contaminazioni. Igiene e sicurezza sono assicurati dall’utilizzo di imballaggi trasparenti (in questo modo i consumatori possono vedere gli alimenti senza toccarli) e dalle chiusure che impediscono la manomissione.
Nella medicina, ma non solo, gli imballaggi plastici sono fondamentali per garantire l’integrità e la sterilizzazione degli strumenti. I settori di applicazione sono infiniti, basti pensare a tutti i casi in cui sono necessari prodotti sterili: dalle siringhe e dagli strumenti chirurgici fino ad arrivare agli aghi per piercing e tatuaggi.
Infine, circa il 10% della produzione totale è rappresentato dal settore chimico e da quello farmaceutico.