Ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri mari. Le conseguenze di questo fenomeno sono disastrose, per l’ambiente ma soprattutto per la fauna marina. Si stima che se questa tendenza non verrò invertita nel breve termine, entro il 2050 potrebbe esserci più plastica in mare che pesci! È evidente che l’inquinamento derivante da questi imballaggi rappresenta una seria minaccia per il nostro ecosistema, motivo per cui ognuno di noi è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità, modificando i propri comportamenti quotidiani e i propri consumi.
Anche noi di Valsecchi Packaging, lavorando nel settore degli imballaggi, avvertiamo la necessità di un cambio di rotta, e ci impegniamo costantemente nello sviluppo di nuove soluzioni più sostenibili e eco compatibili. In questo articolo vogliamo quindi parlarvi di tutte le possibili alternative alla plastica, ossia di quelle soluzioni note come “plastic free”: buona lettura!
Gli imballaggi plastic free
Per imballaggio plastic free o eco sostenibile non intendiamo unicamente quelli privi di plastica, bensì tutti quegli imballaggi che, pur essendo di plastica, ne fanno un uso più razionale, usando tipologie alternative di questo materiale quali i biopolimeri, di origine naturale. Ma parliamo di plastic free anche in riferimento a imballi e packaging realizzati con plastiche riciclabili, nuove tipologie di confezioni come i refill pack, o ancora nuovi prodotti costituiti da plastica tradizionale e altri materiali riciclabili, riutilizzabili e biodegradabili.
Insomma, il mondo dei prodotti plastic free è molto ampio! È importante che gli investimenti nello sviluppo di simili soluzioni siano sempre più consistenti. Fortunatamente negli ultimi anni il trend verso questa direzione è in costante crescita, con i paesi dell’Europa Occidentale che trainano questo settore.
Quali sono le alternative alla plastica?
Le principali alternative alla plastica derivano dai materiali biodegradabili. Con questi facciamo riferimento al processo di degradazione di un materiale attraverso l’azione degli enzimi (batteri, funghi e altri microorganismi). Anche la plastica può essere completamente biodegradabile, trasformandosi in anidride carbonica, metano, acqua, biomassa e altri composti organici. Tra queste, le più diffuse alternative alla plastica tradizionale sono:
- plastiche dell’acido polilattico (PLA);
- plastiche derivate da amido;
- plastiche dei poliidrossi alcanoati (PHB, PHVB);
- cellophane (plastica della cellulosa);
- plastiche basate su poliesteri aromatici alifatici;
- plastiche ottenute dalla lignina.
Altre alternative alla plastica sono poi i materiali cartacei, dove possibile si possono sostituire gli imballaggi plastici con la carta e il cartone. Degni di nota sono poi l’alluminio e il bambù, materiali che sempre più aziende stanno iniziando a utilizzare per la produzione dei propri packaging.
I prodotti zero Waste
L’obiettivo comune, sancito anche da alcune direttive Europee, è quello di arrivare al livello “zero Waste”, ossia di non produrre più materiali inquinanti. Per farlo è necessario sviluppare nuove tipologie di prodotti biodegradabili, ma allo stesso tempo implementare i processi di riciclo e di economia circolare. Non dovremmo più produrre prodotti plastici, bensì riutilizzare al 100% quelli già esistenti!
Laddove possibile è necessario sostituire la plastica con tutte le altre alternative green esistenti. Negli ultimi anni ne abbiamo avuto la dimostrazione; hai notato che le classiche cannucce di plastica dei succhi in brick ora sono totalmente realizzate di carta? Ecco, questo è un piccolissimo esempio di prodotto zero Waste che fa la differenza nei consumi di ogni giorno! Le soluzioni oggi esistono, e nel futuro tante altre verranno sviluppate, sta a ognuno di noi, in qualità di singolo consumatore, ma anche di lavoratore e imprenditore, assumerci la responsabilità delle nostre azioni, e contribuire al cambiamento verso una realtà più ecosostenibile.