Da sempre l’industria degli imballaggi utilizza materiali a base cellulosa per creare packaging, ma oggi vanta di una vasta gamma di prodotti adattabili a diversi usi.
Questa grande disponibilità di produrre un numero sempre più cospicuo di imballaggi cellulosici deriva dalla varietà delle fonti di fibre cellulosiche presenti e dai processi tecnologici di conversione di essi divenuto accessibili.
Cosa sono gli imballaggi cellulosici?
Gli imballaggi cellulosici sono quei packaging composti da fibre di cellulosa derivanti prevalentemente dal mondo vegetale e considerate quindi risorse rinnovabili.
In particolare, i packaging cellulosici sono formati da materiale cartaceo, essi possono essere costituiti da esso in varie percentuali e sulla base di questo dato si suddividono in imballaggi:
- monomateriali, cioè creati solamente da carta;
- multimateriali, costituiti per la maggior parte da carta assieme ad altre componenti in percentuali minori e separabili;
- poliaccopiati o compositi, quindi composti da vari materiali compositi e non separabili manualmente.
A livello di prodotto questi imballaggi si presentano poi in varie forme: possono essere fogli di carta, utilizzati prettamente nell’abito alimentare per avvolgere i cibi, confezioni flessibili o rigide, che svolgono il ruolo di contenitore primario e secondario, ed infine cartoni o cartoncini come imballaggi secondari e terziari.
Ma cosa si intende per imballaggi primari, secondari e terziari?
Primario si riferisce a quei packaging a contatto diretto con il prodotto, come ad esempio i sacchetti per il pane, i contenitori delle uova, i brick per i succhi di frutta, e cioè quegli imballaggi che contengono un prodotto che verrà utilizzato direttamente dal consumatore.
Secondario invece fa riferimento a quegli imballaggi che raggruppano un certo numero di unità, come ad esempio la scatola contenente i vari prodotti o gli espositori che si trovano nei supermercati.
Terziario infine si intende tutti quei packaging che servono per facilitare il trasporto delle merci, quindi gli scatoloni utilizzati per contenere varie unità di prodotti.
Cosa sono i materiali cellulosici?
Tra i materiali cellulosici ritroviamo varie tipologie, quali: carta, cartoncino, cartone, compositi o polpa di cellulosa, le quali, in base alle proprietà che hanno, svolgono diverse funzionalità nei packaging.
- Carta: di spessore ridotto e per questo traspirante e non resistente allo strappo, è allo stesso tempo molto flessibile e leggera per qualsiasi prodotto.
La carta costituisce prevalentemente imballaggi monomateriali, se non in determinati casi dove vi è l’aggiunta di materiale plastico per rendere ad esempio il packaging trasparente.
Un tipo specifico di carta sono quelle speciali, composte cioè da uno strato cellulosico e altri materiali inseriti al loro interno o utilizzati come rivestimento. Tra queste ritroviamo carte siliconate, paraffinate o catramate. - Cartoncino: ha uno spessore maggiore rispetto alla carta e per questo è meno flessibile ma con più resistenza. Anche essi compongono imballaggi monomateriali, se non in alcuni casi dove con l’aggiunta di materiale plastico vengono creati degli spazi trasparenti per far vedere il contenuto.
- Cartone: è un materiale più performante con più spessore ma minore flessibilità e maggiore peso.
Un ulteriore tipo di cartone presente è quello ondulato, il quale ha una varietà di applicazioni molto ampia. Grazie infatti all’altezza e al numero di onde che si possono gestire, e di conseguenza il suo spessore, può essere utilizzato per svariati usi. - Imballaggi compositi: contengono materiali di natura metallica o plastica in aggiunta per permettere ai packaging di contenere e resistere ai liquidi, e altri prodotti che richiedono condizioni specifiche per la loro conservazione.
- Polpa di cellulosa: è la materia prima con la quale si producono i fogli di carta, è perciò un materiale vegetale ottenuto dal legno e poi lavorato per farlo diventare di colore bianco.
Solitamente viene rivestita da film plastici, in quanto la polpa di cellulosa non è impermeabile.
I vantaggi nell’utilizzare questi imballaggi
Un primo vantaggio è senza dubbio la possibilità di riciclo che questi imballaggi hanno, fattore da tenere in considerazione fin dalle prima fasi di progettazione dei packaging.
Il processo di riciclo di questo tipo di materiali percorre tre step: raccolta, selezione e riciclo che garantiscono il prolungamento di vita delle fibre, le quali possono essere riciclate fino a sette volte.
Il riciclo è vantaggioso in termini ambientali e socioeconomici per la comunità, nello specifico ritroviamo benefici economici diretti e indiretti, risparmi energetici, materia prima generata e una riduzione delle emissioni di CO2.
Un secondo vantaggio è la protezione che questo tipo di imballaggio riesce ad offrire ai prodotti che contiene, mantenendo sempre un certo rispetto per l’ambiente in quanto composto da materiali provenienti da fonti rinnovabili e biodegradabili.