Il packaging è ormai un elemento onnipresente nella nostra quotidianità. La quasi totalità dei prodotti acquistati e consumati sono racchiusi in una confezione, che deve essere materialmente realizzata e che, dopo aver assolto alla propria funzione, deve essere necessariamente smaltita. Da questi processi deriva una mole di rifiuti davvero considerevole: secondo uno studio dell’Osservatorio Immagino, pubblicato nel 2020, ogni italiano si ritrova con 50 chili di packaging all’anno da buttare.
Visti i numeri elevati e comunque in crescita, sono necessari provvedimenti per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi. La strada maestra? Senza dubbio, il packaging sostenibile.
Il problema del packaging: impatti ambientali
L’impatto ambientale prodotto dal packaging, come già accennato, è davvero impressionante. Nel 2021 si calcolava che quattro rifiuti su cinque provenivano dagli imballaggi e, a rendere ancora più drammatica la situazione, sono i materiali utilizzati nel settore: il più impiegato è la plastica, che si presenta come uno dei principali inquinanti al mondo e, a livello globale, è riciclata correttamente solo nel 9% dei casi.
La produzione di packaging è però in costante crescita e non potrebbe essere altrimenti: sono fondamentali per conservare e trasportare i prodotti che usiamo tutti i giorni e dunque nessuno si sognerebbe di farne a meno. La soluzione è intraprendere la via dell’ecosostenibilità, rendendo gli imballaggi a zero impatto, mantenendoli però efficienti al massimo: questo è anche uno degli obiettivi principali dell’Unione Europea.
Verso la sostenibilità: materiali e tecnologie eco-compatibili
I materiali e le tecnologie sostenibili da utilizzare nel packaging sono numerose e destinate a crescere, considerando quanto la ricerca sia attiva in quest’ambito.
Nonostante questo, non si può che cominciare citando i materiali più classici: vetro e cartone restano sempre due valide opzioni sostenibili. In particolare, da tenere presente il cartone ondulato che, essendo personalizzabile, offre la possibilità di eco-design sofisticati, senza perdere nulla in termini di comodità e robustezza.
C’è poi tutto il mondo delle bioplastiche, materiali che, pur essendo plastici, risultano rinnovabili e biodegradabili. A primeggiare tra queste l’acido polilattico (PLA), che si ottiene dalla trasformazione degli zuccheri presenti in mais, barbabietola e canna da zucchero e, una volta utilizzato, si decompone in materia organica.
Su questa lunghezza d’onda, troviamo una lunga serie di imballaggi compostabili, realizzati con i più disparati elementi provenienti dalla natura (funghi, alghe, bucce, scarti derivanti dalla silvicoltura o dai raccolti e molto altro), in grado di esaurire in loro stessi un vero e proprio ciclo naturale.
Da ricordare, infine, l’introduzione di tecnologia nel packaging, in modo da renderlo riutilizzabile: applicare sugli imballaggi sensori, sistemi GPS e etichette Rfid ne favorisce il riuso.
Case study: successi nel packaging sostenibile
Molte aziende hanno intrapreso una strada green, sia per il bene del nostro pianeta sia per attirare sempre più consumatori, visto che la sostenibilità è ormai un valore decisivo per chi acquista. Vediamo dunque alcuni dei successi più rilevanti nell’ambito del packaging ecosostenibile.
- Puma. Dal 2010, il brand di abbigliamento sportivo ha cominciato ad utilizzare un imballaggio alternativo alle solite scatole o sacchetti in polietilene, impiegando un materiale simil cartaceo leggero e riciclabile, in modo di risparmiare oltre il 60% di carta ed acqua e abbattere le emissioni di anidride carbonica. Nel 2022 Puma è stato eletto brand campione della sostenibilità nel Sustainability Index curato da Business of Fashion;
- Melinda. Nel 2020, il gruppo leader nel settore ortofrutticolo, collaborando con Novamont, ha reso il packaging della propria linea Melinda Bio totalmente compostabile, sfruttando il Mater Bi, un particolare tipo di bioplastica. Un successo per l’ambiente, perchè ha garantito non solo una miglior gestione dei rifiuti, ma anche un contributo al ripristino della fertilità del suolo;
- FRoSTA. L’azienda di surgelati ha dato una scossa al suo settore, notoriamente legato all’utilizzo di plastica. Con una particolare ecobag, è riuscita a ridurre l’impatto ambientale, mettendo a segno un -70% di plastica impiegata e un -40% di CO2 prodotta.