Il settore del packaging è molto delicato. Gli imballaggi infatti custodiscono i prodotti che utilizziamo quotidianamente, conservandoli, proteggendoli e rendendoli facilmente trasportabili. Pertanto, la qualità di ciò che mangiamo o usiamo tutti i giorni dipende anche dal packaging, che infatti è regolamentato da numerose direttive, affinché il mantenimento di certi standard sia assolutamente garantito. Scopriamo dunque le norme che riguardano questo settore e le tendenze legali che si stanno profilando nel suo futuro immediato.
Comprensione delle normative del packaging
In Italia, esiste una legge quadro sul packaging e sui rifiuti di imballaggio, approvata con decreto legislativo 22/1997. Essa racchiude tutte le norme che regolamentano questa settore, stabilendo un principio cardine, cioè che tutti gli imballaggi concepiti per il contenimento di prodotti destinati al consumo umano, o per i quali sia prevista una manipolazione da parte del consumatore, siano realizzati con materiali idonei a garantire l’integrità del prodotto e la sicurezza degli acquirenti.
Più nello specifico, stabilisce che gli imballaggi devono contenere obbligatoriamente diverse informazioni (denominazione e quantità netta del prodotto, nome e indirizzo del produttore/importatore, istruzioni per l’uso) ed essere:
- impermeabili ad acqua e umidità;
- resistenti a pressioni, trazioni ed abrasioni;
- inerti nei confronti del prodotto che contengono;
- privi di sostanze tossiche per la salute;
- facilmente smaltibili e riciclabili.
L’importanza della conformità nel settore del packaging
Altro aspetto essenziale nel settore packaging è la dichiarazione di conformità. Si tratta di un documento, o di un insieme di documenti, in cui si dichiara che l’imballaggio rispetta gli standard imposti dalle norme tecniche e dalla legge. Le caratteristiche della confezione messe per iscritto all’interno della documentazione sono state prima verificate attraverso una valutazione di conformità.
Le dichiarazioni di conformità si riferiscono sempre a una precisa area di prodotto, dunque, ogni packaging, a seconda di ciò che deve contenere, avrà bisogno di una specifica dichiarazione, altrimenti non può essere messo sul mercato.
La più conosciuta è la dichiarazione MOCA, la quale riguarda quelle confezioni che entrano in contatto con gli alimenti (MOCA è infatti l’acronimo di materiali e oggetti a contatto con gli alimenti). Ogni MOCA si basa su una scheda tecnica che contiene tutte le informazioni relative alla composizione del materiale del pack e i dettagli di utilizzo, oltre che le prove dei test svolti sullo stesso.
Dichiarazioni di questo tipo non vanno confuse con le certificazioni per i produttori di packaging, che si ottengono invece attraverso delle verifiche di conformità svolte da un organismo di certificazione terzo (sono sostanzialmente delle attestazioni provenienti dall’esterno, in cui si valuta però anche il MOCA, per esempio).
Tendenze future nelle leggi del packaging
L’impronta che anche il settore del packaging sta assumendo è chiara: come in molti altri ambiti, l’obiettivo è quello di ridurre gli sprechi e adottare modalità di produzione sempre meno impattanti.
Questo binario del futuro è, in realtà, già in via di percorrenza per quanto riguarda gli imballaggi. Infatti, nel novembre 2022 il Parlamento Europeo ha presentato il nuovo regolamento UE in materia di packaging e rifiuti da imballaggio, promuovendo tre obiettivi fondamentali:
- Prevenire la produzione di rifiuti, riducendo la quantità di imballaggi monouso;
- Promuovere riciclaggio di alta qualità, per rendere tutte le confezioni presenti sul mercato europeo riciclabili in modo economicamente vantaggioso entro il 2030;
- Ridurre la necessità di risorse naturali primarie e creare un mercato ben funzionante per le materie prime seconde, aumentando l’uso di plastica riciclata.
Le tendenze legali del mondo del packaging stanno andando tutte in questa direzione, non solo per conformarsi al regolamento UE, ma anche, e soprattutto, per salvaguardare il pianeta.