Il 30 Novembre, il Parlamento Europeo ha presentato il nuovo regolamento UE in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggio. Il regolamento si inserisce all’interno del Green Deal Europeo e del Piano di Azione UE per l’economia circolare ed ha lo scopo di contribuire alla strategia di crescita dell’UE attraverso la riduzione degli impatti ambientali negativi degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.
Le nuove norme in arrivo
Secondo recenti rilevazioni statistiche, le aziende europee immettono nel mercato soprattutto packaging in carta; al secondo posto ci sono imballaggi in legno, a cui seguono il vetro e la plastica. In Italia, nello specifico, invece, il packaging abbonda soprattutto nei rifiuti di plastica, con vetro, metallo, carta e legno a seguire, in ordine. Per la precisione, l’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, ha calcolato che in Italia, nel 2020, ogni abitante ha prodotto quasi 2,9 tonnellate di rifiuto, mentre per quanto riguarda i rifiuti di imballaggio, la stima ammonta a circa 180 chili in media all’anno per ogni abitante europeo.
Con l’obiettivo di promuovere il riutilizzo e rendere tutti i packaging riciclabili entro il 2030, in linea con il Green Deal europeo, il 30 novembre scorso la Commissione europea ha approvato nuove norme per accelerare l’iter verso una consistente riduzione dei rifiuti di imballaggio.
Tre sono le direttrici principali della revisione dell’UE:
- prevenire la produzione degli imballaggi, imponendo restrizioni per quelli inutili, e favorire soluzioni di riuso e riciclo;
- promuovere packaging riciclabili a costo sostenibile entro il 2030;
- creare un mercato di materie prime seconde per la riduzione dei rifiuti con vincoli per i produttori.
Dal riuso alle etichette
L’Unione Europea lavora a criteri comuni per progettare degli imballaggi 100% riciclabili. Non solo, si mira anche a creare un sistema di vuoto a rendere su cauzione per le bottiglie di plastica e le lattine in alluminio. In questo contesto, quindi, la nuova proposta di regolamento si propone di trovare una soluzione alla crescente produzione di rifiuti di imballaggio, in particolar modo legati agli imballaggi monouso e quelli di plastica e agli ostacoli della circolarità degli imballaggi che da una parte impediscono il riciclaggio e dall’altra lato non permettono una corretta gestione dei rifiuti in termini di costi. La proposta mira a creare una catena del valore resiliente, a partire dalla progettazione dell’imballaggio fino al suo riutilizzo
Gli obblighi di chi produce
Nel contesto della lotta per la riduzione dei rifiuti, l’UE imporrà alcuni obblighi: da un lato vieterà la produzione di alcune forme di packaging, come le confezioni monouso nei ristoranti, negli hotel e per l’ortofrutta; dall’altro, invece, le imprese dovranno offrire ai consumatori una certa percentuale dei loro prodotti in imballaggi ricaricabili o riutilizzabili, come nel caso dei cibi o delle bevande da asporto, oppure dell’elettronica.
Le misure proposte per la riduzione dei rifiuti dovrebbero tagliare le emissioni di Co2 di 23 milioni di tonnellate in più rispetto alle vecchie norme. Ci sarebbe poi anche un risparmio idrico pari a 8 milioni e mezzo di vasche da bagno colme. Inoltre, il beneficio sarebbe anche ambientale, poiché i costi dei danni connessi al riscaldamento globale si ridurrebbero di oltre 6 miliardi di euro. Infine, le misure proposte stimolerebbero la creazione di posti di lavoro legati all’economia circolare e modificherebbero il comportamento dei consumatori, consentendo ai cittadini di fare scelte consapevoli e sostenibili.