Il packaging, vista la mole di materiali e attività che coinvolge, è senza dubbio uno dei settori decisivi per le sorti ambientali del nostro pianeta. Non a caso, l’ambito degli imballaggi subisce forti pressioni sia dalle normative europee, che impongono elevati standard di eco-sostenibilità, sia dai consumatori, che si aspettano prodotti sempre più green. Per questo, l’obiettivo di ogni azienda è produrre imballaggi che possano inserirsi nel modello di economia circolare, limitando il dispendio di materia ed energia e minimizzando scarti e perdite: approfondiamo insieme approcci, materiali e spunti in grado di rendere un packaging eco-innovativo.
BioPack: quando il packaging si trasforma in un ciclo di vita sostenibile
Riciclare è una pratica fondamentale per rendere sostenibile il ciclo dei rifiuti, ma non è esente da problematiche: innanzitutto, perché si basa su un processo a più fasi che implicano un significativo dispendio energetico; e poi perché grandi quantità di materiali riciclati faticano ad essere completamente assorbite dai mercati europei, con il rischio che vengano comunque destinate agli inceneritori. Una soluzione che le aziende, laddove possibile, stanno applicando, riguarda l’impiego di BioPack totalmente compostabili, capaci di risolvere il proprio ciclo di vita quasi autonomamente, in virtù della loro particolare composizione di origine organica.
Questi materiali rendono l’imballaggio biodegradabile (si decompone in fase di smaltimento, rilasciando anidride carbonica, biomassa e acqua) e convertibile, tramite compostaggio, in nuova risorsa: il compost, fertilizzante naturale per il terreno che deriva dal trattamento dei rifiuti organici, risulta arricchito da ulteriori fonti di carbonio e processabile in maniera più efficiente, se ottenuto da packaging compostabili. L’unica condizione per avviare questo ciclo di vita sostenibile è gettare il BioPack nell’organico: ecco perché le sue potenzialità, ancora da esprimere a pieno, sono considerate come opzioni più che appetibili per la realizzazione dell’economia circolare.
Design verde: materiali sorprendenti per un packaging eco-friendly
Rendere eco il design di un packaging è un processo che richiede vari passaggi: per esempio, ridurre il peso e il volume dell’imballaggio e renderlo compatibile con le tecnologie di riciclo disponibili sono due tasselli molto importanti in questo percorso. Tuttavia, la principale discriminante per ottenere un packaging eco-friendly risiede nel materiale di composizione scelto per l’imballaggio. Ecco una serie di materiali non molto conosciuti, ma dal risultato green assicurato:
- Polpa di cellulosa. Realizzata con le fibre di scarto della lavorazione della canna da zucchero e del bambù, risulta biodegradabile e compostabile al 100% e, grazie alla sua resistenza a unti, grassi e alte temperature (fino a 200°), è principalmente impiegata come contenitore per il cibo (anche nel microonde);
- Mater-Bi. Si tratta di un composto di sostanze vegetali e polimeri biodegradabili. Perfetto per ottimizzare la gestione dei rifiuti organici a causa dell’elevato numero di materie prime rinnovabili che contiene, si utilizza anche nel settore alimentare, per i sacchetti della spesa e nei materiali per l’agricoltura;
- Acido polilattico (PLA). È una bioplastica derivata dalla trasformazione di zuccheri presenti in mais, barbabietola e canna da zucchero, che le conferiscono compostabilità e biodegradabilità. Resistenza meccanica e impermeabilità la rendono adatta per prodotti alimentari, oggetti da esposizione e giocattoli;
- Le nuove frontiere. Le possibilità nel mondo del packaging eco-friendly sono sconfinate e infatti compaiono sempre più frequentemente studi su nuovi materiali: dall’alga marina alle miscele a base di fibra di legno, nanoclay e lignina, passando per i semi di cacao, le bucce d’avena e gli approfondimenti asiatici sui funghi, ritenuti come equivalenti compostabili del cartone.
Rinascita del packaging: idee innovative per un mondo privo di rifiuti
E se il packaging non producesse rifiuti? Una sfida ambiziosa, ma che in molti hanno già provato a raccogliere, presentando idee davvero innovative. È il caso del designer greco George Bosnas, che ha concepito un “cartone” per le uova composto da semi di leguminose: terminato il contenuto, il contenitore non andrà buttato, ma innaffiato per far crescere delle piantine.
Altro fronte stimolante è quello dei packaging edibili, ovvero degli imballaggi che possono essere mangiati dopo l’utilizzo: l’azienda inglese Gousto ha proposto un incarto per il dado da brodo a base di un materiale proteico di piselli, assolutamente commestibile. Scostandoci dal settore alimentare, incontriamo RePack, azienda finlandese che ha inaugurato un servizio di packaging “andata e ritorno”: i brand che lo utilizzano sono tenuti a rispedire indietro, gratuitamente, l’imballaggio ricevuto, riducendo la produzione di rifiuti in maniera considerevole.