Come riportato anche nell’ultimo Rapporto di sostenibilità del Consorzio del 2021 i benefici nella gestione dei rifiuti di imballaggio sono diversi:
- il recupero in euro dei materiali riciclati, che nel 2020 è stato pari a 381 milioni;
- l’indotto economico che è stato generato e che corrisponde a 616 milioni di euro;
- l’energia prodotta tramite recupero energetico che vale 22 milioni;
- il risparmio di emissione di grandi quantità di CO2 e di materie prime o vergini non estratte perché sostituite da quelle riciclate.
Alla base del sistema di gestione dei rifiuti di imballaggi vi è quindi il concetto delle 4 Erre: Riutilizzo, Riciclo, Recupero e Riduzione, accompagnate da una quinta nozione, la Raccolta differenziata che permette non solo di ridurre il numero di rifiuti delle discariche, ma anche di risparmiare sull’energia e sulle materie prime.
Il recupero degli imballaggi
La Commissione europea ha stilato una direttiva riguardante i packaging e i rifiuti di imballaggio che ha tra gli obiettivi quello di raggiungere entro il 2025 il 65% di imballaggi riciclati, mentre per il 2030 il 70%.
Tutto ciò si basa sul Piano di azione per l’economia circolare promosso a livello europeo e che mira ad ottenere imballaggi totalmente riciclabili e riutilizzabili in modo sostenibile.
Per far sì che il riciclaggio sia efficiente è necessario che sia il più possibile chiuso: vale a dire raccogliere e riciclare imballaggi utilizzati in nuovi oppure riconvertirli alla loro materia prima senza miscele o perdita di qualità e proprietà. Questo tipo di riciclo è ovviamente più dispendioso e difficile da eseguire, ma la Commissione Europea sta lavorando duramente per riuscire a raggiungere questo obiettivo.
Qual è la situazione in Italia
Nonostante quindi il 2020 sia stato un anno particolare e abbia portato a un incremento sia di materiali come mascherine che acquisti online che prevedono l’utilizzo di vari tipi di imballaggi, notevoli sono stati i miglioramenti a livello di riciclaggio: la raccolta differenziata è infatti aumentata del 4,76% per quanto riguarda gli imballaggi.
Il CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi, nel 2020 ha dichiarato di aver raggiunto l’obiettivo posto dall’Europa agli Stati membri ben 5 anni prima la data di scadenza: l’Italia è riuscita a superare i tassi di riciclo per i rifiuti da imballaggio arrivando ad una percentuale pari al 73%.
In generale anche i singoli materiali sono riusciti a superare i numeri richiesti, tranne la plastica che si è fermata al 48,7% rimanendo quindi indietro di due punti.
È anche grazie a CONAI che questi numeri sono stati raggiunti: produttori e consumatori di imballaggi versano un contributo al consorzio per coprire tutte le spese di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti, permettendo quindi un controllo e una gestione sicura. Infatti nonostante gli imballaggi rappresentino una piccola percentuale tra tutti i rifiuti, sono gli unici ad avere un sistema responsabile di governo.
Alcuni numeri
In Italia nel corso del 2020 sono state riciclate 9 milioni e mezzo di tonnellate di imballaggi su 13 milioni consumate dal mercato, in particolare:
- 2 milioni e 143 mila tonnellate di vetro;
- 1 milione e 76 mila tonnellate di plastica;
- 1 milione e 873 mila tonnellate di legno;
- 4 milioni e 48 mila tonnellate di carta;
- 47.000 tonnellate di alluminio;
- 371 mila tonnellate di acciaio.
Sommando poi questi numero di riciclo a quelli riguardanti il recupero energetico sono state recuperate ben 11 milioni di tonnellate di imballaggi, pari all’83,7%.
In particolare, le regioni che hanno visto una maggiore crescita sulla raccolta differenziata sono quelle del Sud Italia, portando così al 52,7% il tasso di differenziazione. Ad avere la meglio è stata la Sicilia con un aumento del 10,31%, seguita da Basilicata con il +9,55%, Sardegna che ha registrato +5,33% ed infine Campania e Calabria con circa il 3%.